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Il mese dell’orgoglio, ok. E il resto dell’anno?

A giugno, qualunque sia il tempo, l’arcobaleno è fuori. Attraversamenti pedonali, loghi del marchio, bandiere, eventi, comunicazioni… Il primo mese d’estate è inclusivo e colorato. E il resto dell’anno? 📜 Un po’ di storia… È New York City, fine giugno 1969. Lo Stonewall Inn, un bar gay, accoglie i suoi clienti e la festa è […]

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A giugno, qualunque sia il tempo, l’arcobaleno è fuori. Attraversamenti pedonali, loghi del marchio, bandiere, eventi, comunicazioni… Il primo mese d’estate è inclusivo e colorato. E il resto dell’anno?

📜 Un po’ di storia…

È New York City, fine giugno 1969. Lo Stonewall Inn, un bar gay, accoglie i suoi clienti e la festa è in pieno svolgimento. L’atmosfera festosa e pacifica della serata viene interrotta dall’arrivo della polizia e seguono diversi giorni di scontri e manifestazioni. L’emancipazione delle persone omosessuali e bisessuali è iniziata in una società in cui regnavano omofobia, lesbofobia e transfobia.

In Francia, l’omonima manifestazione è nata solo nel 1991 con la creazione dell’associazione Gay Pride. Così, in Francia e ai quattro angoli del mondo, l’orientamento sessuale viene celebrato e i diritti umani avanzano.

📊 Alcuni dati…

Nel 2022 ricorrono i 40 anni dalla depenalizzazione dell’omosessualità in Francia. Anche se in alcuni Paesi, in particolare in Africa e in Medio Oriente, essere omosessuali può portare a pene detentive e alla morte, la causa LGBTQIA+ ha fatto progressi negli ultimi anni (matrimonio per tutti, depenalizzazione dell’omosessualità in molti Paesi, ecc.) Questi aspetti, che possono essere considerati “personali”, possono alla fine nascondere distorsioni sempre presenti, soprattutto nella vita professionale.

L’Autre Cercle, un’associazione che promuove l’inclusione delle persone LGBTQIA+ sul posto di lavoro, ha pubblicato il barometro LGBT 2022. Tra tutti i dati presentati, possiamo concentrarci su queste due cifre:

  • Il 55% delle persone LGBTQIA+ ha sentito espressioni LGBT-fobiche sul lavoro, rispetto al 34% delle persone non LGBTQIA+.
    Il 30% delle persone LGBTQIA+ ha subito almeno un comportamento LGBT-fobico nella propria organizzazione.

Queste cifre mostrano due tendenze:

1/ La percezione del comportamento LGBT-fobico varia a seconda che le persone siano o meno interessate. Si tende a dire che questo è normale, poiché una persona omosessuale sarà più sensibile alle osservazioni omofobiche. Se consideriamo questa osservazione al contrario, sembra che i commenti discriminatori e/o LGBT-fobici vengano banalizzati. Infine, la banalizzazione di questi comportamenti non fa che alimentare un clima non inclusivo, in cui è difficile prosperare.

2/ L’omofobia, la transfobia e qualsiasi altra forma di “fobia” nei confronti del genere e dell’identità sessuale sono ancora troppo diffuse nella nostra società. Nonostante i progressi compiuti, la neutralità non è (ancora) dominante.

🏳️‍🌈 E soprattutto tanta tolleranza!

L’associazione l’Autre Cercle ha pubblicato una Carta dell’impegno LGBT+, in cui sono indicate le buone pratiche di inclusione. Secondo i dati raccolti, il 63% delle persone LGBTQIA+ che lavorano in un’azienda che ha firmato la Carta ritiene che, per migliorare l’inclusione delle persone LGBTQIA+, la leva principale siano le operazioni di sensibilizzazione : Charte_Signature_07_2021 (Accenture).indd (autrecercle.org)

Infine, per cambiare gli atteggiamenti a livello personale, è importante creare un clima di tolleranza e inclusione, non solo per le persone LGBTQIA+. La lotta per l’accettazione e la tolleranza è un riflesso di molte altre lotte. Possiamo estendere questa osservazione a tutti i giudizi e le discriminazioni che vengono fatte oggi sulla base della differenza: di genere, di origine, di colore, sessuale, religiosa, di disabilità, ecc.

Non dimentichiamo che la tolleranza è una strada a doppio senso. Non allontanate le persone con la scusa dell’omofobia. È anche importante tenere presente che alcune persone possono essere lontane dalle considerazioni LGBTQIA+, quindi il luogo di lavoro può essere il luogo di incontro e di formazione su argomenti da cui siamo lontani.

Infine, il ruolo dell’azienda non dovrebbe essere quello di sensibilizzare, ascoltare e ispirare? E questo su tutti gli argomenti che possiamo considerare, a torto o a ragione, tabù.

Il mese dell’orgoglio è finito, ma è tutto l’anno che dobbiamo (ri)pensare al nostro modello di diversità e inclusione, per creare una società bella e attenta.

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30-06-2022

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